mercoledì 18 gennaio 2012

Va tutto bene ...mentre la nave affonda (ma quello è solo il dito, non la luna)

Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda la "galera"
Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito. Fino a poco tempo fa, a timone dell'Italia c'erano quelli "del tutto va bene, non c'è crisi" e "per fortuna le nostre banche non parlano inglese"; tipico esempio di schettinismo politico italiano che, oggi, con ovvietà si paragona alla triste vicenda della falla nella Costa Concordia e del suo capitano, Francesco Schettino, accusato di non aver dato subito l'allarme quando la nave stava già imbarcando acqua. Si riassume banalmente nel "va tutto bene ...mentre la barca affonda".

Ora, dopo le avventure di Azzurra, Il Moro di Venezia e Luna Rossa, il popolo di Santi, Eroi e Navigatori (o era Sarti, Errori e Peracottai?), torna alla ribalta. Non passa minuto in osteria che non si parli di manovre sul bassofondo, di tribordo, di manovra dell'inchino e di curva di Williamson. D'altro canto, il corso di vela al lago di Cavazzo a qualcosa deve pur servire.

Quello di cui non si parla è la tutela dei diritti di un imputato, a prescindere da quanto mostruoso sia il suo crimine. Ovviamente rispetto e cordoglio vanno ai familiari delle vittime dell'incidente della nave Costa Concordia di cui Schettino era comandante e le sue responsabilità andranno sanzionate in una corte di giustizia. Corte di giustizia appunto. 

Fino al giorno in cui il nostro ordinamento non sancirà che la giustizia mediatica vale come grado di giudizio, cosa che all'epoca di Robespierre era vera, ci si fa una domanda: com'è che tutti guardano "il dito", ovvero le presunte mostruose negligenze di Schettino e nessuno guarda alla "luna" ovvero l'indecorosa violazione del suo dirittto ad un processo equo dove la giuria popolare (se prevista) non sia inquinata nel proprio giudizio da opinioni formate prima del processo? In particolar modo se le opinioni sono frutto di informazioni altrimenti riservate alla sede processuale che invece sono state trasmesse - senza la dovuta imparzialità ed obiettività - dalla stampa.

In parole povere, perchè le conversazioni tra la Capitaneria di Porto e Schettino sono finite sui file audio della stampa di mezzo mondo?

Al momento la questione della nave è calda è il pubblico è assetato di notizie che soddisfino la sua pancia (ovvero il facile sdegno nei confronti del capitano) e quindi la polemica di questo post non interesserà a nessuno. Amen.

Però non vi viene il dubbio che le cose escano un po' troppo facilmente dalle caserme? 

Siano le intercettazioni o siano conversazioni registrate, c'è nessuno che si pone il problema che il cittadino (soprattutto se cittadino "indagato") sia esposto alla pubblica piazza con dettagli che invece dovrebbero apparire solo nelle aule di giustizia? O al limite dovrebbero finire alla stampa dopo la conclusione di un processo? 

Le notizie raccolte dalla stampa da fonti pubbliche sono sacrosante, anche quelle raccolte da fonti confidenziali ma quando si sconfina nella pubblicazione di atti che appartengono per loro natura ad aule di giustizia è ora di tirare la linea.

Se invece ci stiamo sbagliando, chiediamo gentilmente alla locale stazione dei Carabinieri di farci avere un po' di cazzi propri dei nostri concittadini che li pubblichiamo volentieri. Così anche qua sapremo contro quali paesani puntare il "dito".  



4 commenti:

Anonimo ha detto...

una nobile battaglia di garantismo che sarà ignorata come sempre.

Anonimo ha detto...

italiani forcaioli e giacobini. nulla di nuovo

Anonimo ha detto...

La storia insegna chiaramente che l' istinto forcaiolo è una componente della psicologia umana; è una di quelle brutture nella sentina di ogni uomo, ogni uomo. Solo l' educazione e un sano equilibrio emotivo e spirituale permettono all' individuo di non far prevalere quei bassi istinti. Al contrario, proprio eccitando tali bassi istinti, si trasformano gli uomini in somari manovrabili. E storicamente questo è stato fatto. Le rivoluzioni francese e russa sono state condotte non da poveri e oppressi (i contadini si opposero in entrambi i casi) bensì da persone frustrate (operai e proletari urbani) sulla cui invidia sociale era facile far leva. Aizzati da chi additava chi stava in alto come gaudenti, viziosi, licenziosi ecc... i capipopolo hanno condotto la massa a commettere ogni genere di crimine ed efferatezza. E alla fine a beneficiarne sono state classi ancor più corrotte di quelle sostituite. E' appena il caso di ricordare le bestialità commesse sotto il periodo del Terrore in Francia. Ergo, chi si chiede perché i media sono così attenti a coltivare periodicamente i bassi istinti della gente (questa storia è solo un episodio dei tanti), capisca che non ci si trova di fronte a qualcosa che serve solo a vendere più giornali. E' un qualcosa di molto più potente, una forma di istupidimento della massa.

Anonimo ha detto...

spinozait: Tutti con il comandante De Falco: "È lui l'Italia vera". Quella brava a parlare da casa. [misterdonnie]

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